Lucania 

Lykos.

Terra dei Lupi.

Leukos.

Terra Splendente.

Lucus.

Terra dei Boschi Sacri.

Foto di ©Roberto Mongelli

Castello di Melfi

Tra le più significative architetture fortificate del Mezzogiorno, il castello federiciano si erge al di sopra di un massiccio roccioso, sul margine nordoccidentale dell’insediamento storico. Come intuibile a colpo d’occhio, l’imponente e irregolare compagine attuale è il risultato di più fasi costruttive, succedutesi dall’età bassomedievale sino al secolo scorso. Il nucleo normanno originario, a pianta quadrata con torri angolari, fu realizzato a partire dall’XI secolo per volontà di Roberto il Guiscardo, duca di Puglia e di Calabria. Scenario di importantissimi eventi politici e religiosi, il complesso fu notevolmente ampliato prima da Federico II di Svevia – che vi promulgò nel 1231 le “Costituzioni di Melfi”, codice legislativo del Regno di Sicilia – e poi dagli angioini. Tra il XVI e il XVIII secolo fu trasformato in residenza nobiliare dei principi Doria che lo cedettero nel 1952 allo Stato italiano. Dopo numerosi interventi di restauro e consolidamento, è divenuto sede del Museo archeologico nazionale "Massimo Pallottino" che conserva ed espone una ricca raccolta di reperti rinvenuti nell’area del Vulture.

Abbazia della S.S. Trinità - Venosa

Questo importantissimo complesso monumentale – tanto grandioso e suggestivo nella visione d’assieme quanto eterogeneo e complesso come palinsesto stratificato – non smette di richiamare visitatori e studiosi da tutto il mondo. Ubicata al termine nordorientale del pianoro su cui Venosa si è sviluppata nel corso dei secoli, subito al di fuori del tessuto urbano, la Santissima Trinità si compone di una “Chiesa vecchia”, di una maestosa “Chiesa nuova”, sorta come suo ampliamento e mai portata a termine – da cui deriva il nome di “Incompiuta” – e di un palazzetto abbaziale sul fianco sudoccidentale del primo nucleo. L’impianto nativo della “Chiesa vecchia”, sui resti di un tempio pagano, risalirebbe addirittura al V secolo. Ad esso, nel 942, il principe longobardo Gisulfo affiancò un monastero benedettino che successivamente, in età normanna, conobbe una stagione di ricchezza e splendore. Furono proprio i Benedettini, tra XII e XIII secolo, ad avviare l’ambizioso progetto di espansione della “Chiesa nuova” con un corpo retrostante a croce latina dotato di abside e deambulatorio. Il cantiere, che attinse ampiamente alle vicine vestigia romane come materiale da costruzione, si interruppe per motivi economici dopo l’erezione dei muri perimetrali e di una fila di colonne. Tale rimase – al netto di piccole addizioni e modifiche – nei secoli successivi, sino ad oggi, costituendo uno dei più affascinanti esempi di “non finito” nella storia dell’architettura italiana, al quale si lega l’attiguo parco archeologico.

Palazzo del Balì - Venosa

Dall’abbazia della Trinità – che fu loro affidata nel 1297 – i Cavalieri di Malta trasferirono la propria sede nel centro cittadino, avviando la costruzione del Palazzo del Baliaggio, così chiamato perché vi abitava il Balì, governatore provinciale dell’ordine. Tra i primi esempi di edilizia palaziale venosina, in posizione mediana sul percorso principale, tra Piazza Castello e Piazza Municipio, l’edificio e le sue pertinenze divennero presto un luogo nevralgico del centro urbano, anche perché vi si godeva di una giurisdizione speciale con diritto d’asilo. La fisionomia attuale del fabbricato, impostato su una struttura quattrocentesca già aggiornata e accresciuta tra il 1513 e il 1550, è il frutto di un complessivo restauro operato nella seconda metà dell’Ottocento, al quale risalgono anche gli affreschi che decorano volte e pareti di alcune sale interne. Dal 1966 ospita l’Hotel Orazio della famiglia Lacolla.


Città di Melfi

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Inoltre, si consiglia la visita al Museo Diocesano e Palazzo VescovileORARI DI APERTURA clicca qui.

Città di Venosa

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Città di Lavello

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